Proverbi e saggezze popolari


 “A chije aspette, n’hêre ije ne pare sétte”
  A chi aspetta, un'ora glie ne sembrano sette.

 L'attesa è sempre pesante, sia se si tratta di buone aspettative, sia se si attendono brutte notizie. Ecco il motivo per cui il tempo non passa mai. Se si attendono cose buone si è ansiosi, se invece si aspettano brutte notizie si vive nell'angoscia e il tempo stenta a trascorrere.


 "A paijàra vicchie 'nge manghe maije li sêrge."
Nel vecchio pagliaio non mancano mai i topi.

 Quando le cose vanno di traverso non mancano mai le circostanze che servano ad aggravare la situazione. Proprio come nel povero e disadorno ripostiglio non mancano questi animali che contribuiscono a rendere più evidente il degrado.


 “Appleche e fa sapêne”. 
Mettiti all’opera e otterrai il risultato.

  La traduzione un po’ arbitraria della frase dialettale è il significato vero del proverbio. Se non si mettono bene le basi, non si riuscirà mai ad avere un risultato soddisfacente. 


 “Bardisce, hummene e murte ha simbre turte”. 
Bambini, uomini e morti hanno sempre torto.

 E’ risaputo che i bambini hanno sempre torto perché non sono in grado di difendersi e, se qualche volta lo fanno, sono messi subito a tacere. La stessa cosa avviene per gli uomini quando discutono in casa, è facile trovare l’appiglio per dimostrare che quello che dicono o fanno è sbagliato, per cui ha sempre ragione la moglie. I morti poi hanno sempre torto perché non si possono più difendere, non ci sono più. Per questo motivo si prendono tante colpe che non hanno mai commesso. Tanta gente è scagionata da atrocità compiute perché chi avrebbe potuto testimoniare non c’è più e le colpe vanno addossate a chi ormai non si può più difendere.


 “Chije aspétte, ‘Ddèije l’assétte”. 
 Chi aspetta, Dio l’assetta.

 Noi siamo ansiosi di avere subito tutto quello che vogliamo, specie se siamo certi che si tratta di un nostro diritto. Spesso, però, se noi riusciamo a moderare la nostra ansia, possiamo avere dei risultati insperati.


 “Chije ijoche a lu lotte e spére de vênce, lasse li stracce e peije li cènce”. 
Chi gioca al lotto e spera di vincere, lascia gli stracci e prende i cenci.

 Non mancano quelli che, nella speranza di diventare miliardari, spendono nel gioco più di quello che hanno e rimangono sul lastrico. Passano così da uno stato di indigenza ad uno stato di miseria, aggravando la loro situazione già molto precaria. L’unica sicurezza ci viene da un lavoro stabile e sicuro.


 "Chije magne prème, magne ‘ddu vodde”. 
Chi mangia prima, mangia due volte.

 Come quando si fa la conta, se esce un numero superiore di uno a quelli che partecipano, il primo viene contato due volte, così, se uno mangia prima, può darsi che, se ne avanza, possa mangiare una seconda volta: La morale del proverbio è questa: iniziare sempre prima per trovarsi avvantaggiato.



Uno scorcio di Castelbasso

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